Il viaggio perfetto esiste. È il viaggio nei valori.
Questa è la storia di una ragazza che ha deciso di mettersi in gioco.
Chiara Boddi vive a Fucecchio e ha solo 21 anni, è al terzo anno di scienze dell'Educazione e della Formazione dell'Università di Firenze, afferma con sicurezza "Proseguirò con la specialistica!" e la sua voce mi ispira subito coraggio.
Si occupa di giovani in più settori. Gestisce un gruppo di ragazzi con i quali si ritrova e crea iniziative a scopo benefico. Con forte emozione mi spiega "Con loro ho adottato un bambino a distanza, con il movimento Shalom, con i viaggi organizzati dall'associazione ho avuto la possibilità di incontrarlo." In un istante mi ha trasmesso tutta la sua energia.
Chiara ha raccontato di essere stata tre volte in africa (Benin, Togo e Uganda) per viaggi umanitari e di essere entrata in contatto con culture che hanno senza dubbio influenzato ed arricchito la sua vita, le sue idee e i suoi scritti.
"Ho sempre amato i bambini. Questa quarantena mi ha costretta ad uscire di casa senza guanti e mascherina e arrivare al cuore delle persone in un modo diverso"
Così da quella sua necessità "Sono nate queste 40 storie che io ho scritto su carta, ogni sera, con della musica di sottofondo per rilassarmi"
Inizialmente era solo questo: un esperimento in fase di lockdown.
Le storie venivano pubblicate su Facebook "Sono stati i miei lettori a chiedermi di raccoglierle in un libro e renderlo reale"
Per lei è il terzo mandato come vicepresidente dell'associazione shalom. Associazione nata 46 anni fa a Staffoli che porta avanti progetti di cooperazione internazionale, Chiara è cresciuta a stretto contatto con l'associazione.
Ama scrivere, ma ama anche cantare, infatti cura il coro dei bambini e canta in un gruppo di giovani della Chiesa Cristiana.
Ma non ha sempre amato parlare di sé, da piccola era timida "Quando torno a San Miniato, il mio paese natale, le persone non mi riconoscono, non mi associano a quella bambina riservata che ero da piccola. Sono cambiata. Dalle medie sono cambiata."
Ha portato il busto per ben 7 anni. "Avevo una scoliosi abbastanza evidente e brutta, quindi ho portato un busto che ha evidenziato la mia timidezza. Il busto mi ha rinchiuso in una bolla" Arrivata al liceo, non riusciva a farci l'osso. Nessuno si abituerebbe a tale condizione.
Però, dentro di sé, trovava la forza e si ripeteva "Io sono fatta così, ho bisogno di raccontarmi" Quindi dal liceo è cambiata, era una nuova Chiara: estroversa, solare, aperta al dialogo e tranquilla.
Una Chiara che ama mettersi in gioco.
Nel 2019 è stata relatrice ad un convegno internazionale all'università Urbaniana di Roma, ha esposto il tema: Il volto di Cristo e la misericordia. "Ho raccontato della presenza di Dio in Africa"
Mi ha confidato che esporre ad un convegno, per una ragazza della sua età, è una cosa grande.
"Ho avuto l'opportunità di parlare dei miei viaggi in africa anche a scrittori per me importanti come Erri De Luca. Sarei voluta andare in Costa d'Avorio ma ho rimandato"
Alla mia domanda: "In che modo il libro ha cambiato la tua vita?"
Lei risponde senza esitare: "Il libro mi ha permesso di mettermi in gioco e mi ha fatto capire che è una cosa importante e tangibile. Sono felice di sapere che le persone lo portano con sé nella borsa, lo tengono sul comodino o dentro un cassetto. Lo leggono ai figli, i bambini imparano a leggerlo. I genitori mi mandano i video dei figli che imparano a leggerlo, questo mi riempie il cuore e realizzo: l'importanza di non fermarsi."Quando le ho chiesto: "Come sono nate queste storie?"
Chiara ha risposto: "Queste storie sono nate dai miei vissuti, se nel pomeriggio mangiavo un limone allora la sera scrivevo una storia che aveva un limone come protagonista! Io pensavo a tutto: i disegni, la morale, le mosse, i testi. Ho realizzato tutto da sola e per questo lo sento mio. La casa editrice ha avuto solo il compito di impaginarlo"
Le sue parole che mi hanno stupito: "La realizzazione del libro è stata la fine del progetto, e non il fine"Non ha scritto le storie per scrivere il libro. Le storie sono uscite dal suo petto con l'intento di intrattenere i bambini, in seguito i loro genitori hanno chiesto di raccoglierle in un libro.
"Mi sento cambiata, sono più matura. Rileggere le storie mi permette di capirmi. Una professoressa mi disse che la cosa più importante è capire noi stessi e fare quel processo di introspezione per comprendere le nostre emozioni ed affrontarle. Anche quelle negative. Perché anche la rabbia ed il malessere sono parte di noi e dobbiamo accettarle"Tutte le storie sono in prosa o in rima, una in particolare è sulle emozioni la quale invita sia bambini che genitori ad accettare le proprie emozioni e trasportarle nelle azioni future nel modo giusto.
"Io chiamo questo libro: Bagaglio di Valori. Infatti i sottotitolo del libro è: un viaggio nei valori, senza tempo, con mille fermate e attrazioni diverse"
Per Chiara il libro serve a percorrere il viaggio verso la felicità "Essere felici di essere qui, essere felici di esistere. Amo viaggiare. Credo che il viaggio attraverso le parole sia uno dei viaggi più belli che una persona possa fare"
Si è poi soffermata a parlare delle difficoltà dell'essere un autrice self publishing. "Sono una studentessa che ha messo da parte i soldi e ha fatto tutto da sola. Ho presentato il libro il giorno del mio compleanno, è stata una soddisfazione indescrivibile! I miei due professori hanno scritto le due prefazioni e il libro sarà l'argomento centrale della mia tesi di laurea. Sono orgogliosa di loro, sono anche stati presenti in diretta alla mia presentazione"
Con gioia mi racconta che in una sola settimana ha esaurito le prime 300 copie, e che sono state richieste persino in Argentina. Ogni libro è unico perché ha una specifica dedica.

Dopodiché io e Chiara ci siamo salutati.
Queste parole sono per Chiara: <<Sono così grato di averti conosciuta, sei una persona incredibile e spero che le tue opere raggiungano più persone possibili. Prima di oggi non ti conoscevo, ma spero di restare in contatto con te. I supereroi esistono.>>
Se volete seguirla su Instagram vi basterà premere su @chia.1999
Articolo di Federico Gori
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