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Come dovremmo sentirci?

PREMESSA:
Questo pensiero si concentra sul genere femminile ma è ampliabile a tutti i generi.

Non ha l'obiettivo di vittimizzare, ma di rendere consapevoli.

E, anche se affronterò la questione da un punto di vista binario, nessuno resta fuori da tali considerazioni. Pertanto questa vuole essere una riflessione, e non un'accusa verso un altro genere o categoria di persone.

QUANDO si parla di una donna molti possono essere i pareri. C'è chi pensa sia l’essere più affascinante, che le donne abbiano sempre ragione, che non sbaglino mai sulle questioni.
C'è chi è rimasto ancorato alla mentalità di una volta: “donna, schiava, zitta e lava!”.
Per quanto quest'ultima idealizzazione sia sbagliata, anche perché agevola ulteriormente la pressa della mascolinità tossica sulle donne, oggi siamo qui per parlare della femminilità tossica.

Perché sì, esiste.

Partendo con un esempio base di femminilità tossica, abbiamo le “pick me girl” termine molto in voga e usato maggiormente nei social network come Instagram e Tiktok.
Il termine “pick me girl” è nato per raffigurare l’idea della ragazza che fa di tutto per impressionare gli altri.
 “Non sono come le altre ragazze”
 “Io mi distinguo, sono unica”
Spesso per elemosinare attenzioni, ma anche per far credere a qualcun* di aver trovato una ragazza unica al mondo.
Sono convinte che sia l'unico modo per essere accettate dai ragazzi e/o essere considerate in generale.
Talvolta sembra così radicata da essere diventata una vera e propria abitudine, invece che un mero tentativo di mettersi in mostra.
Come una nave alla deriva col pilota automatico.
 
Un altro esempio di femminilità tossica è quell’insieme di caratteristiche associate da sempre al genere femminile:

- Il rosa
- La sottomissione fatta passare per rispetto
- La servilità fatta passare per gentilezza.

Come se non bastasse, possiamo viaggiare nel tempo e tornare nel lontano 1700 semplicemente bazzicando qua e là su internet.

Dove, come giusto che sia, ognuno può dire la propria.
In altre parole: dare il peggio di sé.

Mi spiego meglio...
L’altro giorno ero sul dizionario del cellulare e ho pensato di cercarvi il termine “donna”
Questi sono alcuni dei risultati:

- Persona di sesso femminile
- Compagna di vita
- Signora, nel senso di colei che signoreggia l'animo dell’uomo

Mi disturba che spesso e volentieri la donna sia vista solo accanto a un uomo, come se da sola non valesse molto. O avesse uno scopo precostituito.
Come se da nata femmina, si diventa donna solo in relazione a determinati comportamenti di adattamento e o legami nei confronti della comunità.

Altri sinonimi allarmanti:

- Cagna
- Sesso debole

Sinonimi che ci fanno riflettere ancora di più su quanto sia sessista e maschilista il mondo in cui viviamo.
Ciò a cui ci hanno abituate e ciò a cui erano abituate le donne prima di noi.
Tossicità che non fa bene a nessuno.

La femminilità tossica si manifesta anche in piccole cose d'ogni giorno.

Prendiamo un esempio semplice:
Supponiamo di sentir ruttare un uomo.
Le persone potrebbero avere tre reazioni diverse.
- Divertimento.
- Indifferenza.
- Schifo per il rutto in sé (e non perché sia stato un uomo ad aver ruttato)

In pratica il rutto non risulta inopportuno in quanto prodotto da un uomo, ma in quanto rutto.

Ma se lo fa una donna, la situazione potrebbe non essere la stessa, anche agli occhi delle altre donne.

Potresti sentirti dire “Eh, ma tu sei femmina, non puoi.” o ancor più doppio stadirsta “Sei una donna, sii decorosa.”
Perché una donna non può concedersi un sonoro rutto?
È una bomboniera?
Deve restare carina tutto il tempo?
È una bambola?
È viva, lo sapete?
Talvolta, alcune persone sono così serrate con queste idee, da credere che una donna non debba avere un lavoro, che non abbia diritto alla propria indipendenza. Che sia al mondo con lo scopo primario di fare figli. Che debba trovarsi un uomo.

Tutto questo rientra nell'idealizzazione di femminilità tossica perché, come gli altri esempi citati, a volte sono anche le donne di età adulta ad aver passivamente accettato quelle convinzioni e a trasmetterle di rimbalzo alle persone più piccole, ragazz*, ragazzi o ragazze che siano.

Ma queste considerazioni costruiscono gabbie!
Non dimentichiamolo.

Al prossimo articolo!

Contenuto ideato e scritto da Aurora Matina
Vi ringraziamo per aver letto fino a qui.
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